Così è lo Stato, con una mano accarezza con incentivi per l’installazione di pannelli solari, con l’altra è invece pronto a riprendersi tutto con gli interessi.
Chi ha infatti installato pannelli solari nella propria abitazione (contribuendo alla salute di tutti, e non solo della sua, ci preme ricordare) si troverà con un conto più salato da pagare quando dovrà affrontare IMU e TASI, nel complessissimo panorama normativo e fiscale del nostro paese.
Il pannello solare aumenta il pregio dell’immobile, e quindi il valore catastale, e via che si sale con quanto dobbiamo allo Stato, lo stesso che, ricordiamo, invitava fino a pochi mesi fa all’installazione di fonti di energia alternative per dare una mano all’economia a ripartire.
Si, a ripartire a spese loro, dato che soprattutto nelle regioni dove i pannelli solari sono diventati più popolari, leggi Veneto e Lombardia, si avranno i maggiori salassi, senza che venga tenuta in debita considerazione la complessità delle tematiche delle rinnovabili.
L’installatore, ci preme ricordarlo, esercita una serie di esternalità positive sulla comunità: fa scendere il conto dell’importazione dei combustibili fossili, e quindi slega il paese dalla dipendenza dagli altri paesi; crea energia pulita e spesso la immette nel sistema, contribuisce alla salute e al benessere di tutti.
Comportamenti che non dovrebbero essere mai tassabili, neanche se lateralmente attraverso IMU e TASI.
Negli altri paesi, vedi Germania e paesi scandinavi, vengono visti come degli eroi del mondo moderno, quelli che ci traghetteranno fuori dal rischio di scomparsa per il genere umano, quelli che stanno sperimentando un futuro di aria respirabile e energie pulite.
Da noi si tassano. Ma questo è lo stato, come abbiamo detto in apertura: dopo aver attratto in tanti a colpi di contributi all’installazione dei pannelli solari, ora torna a prendersi tutto con gli interessi.
E dire che bastava un piccolo comma per salvare chi, meritoriamente, sta producendo energia pulita.