Le missioni spaziali sono qualcosa di estremamente complesso, e.. estremamente costoso. Ogni mezzo chilo di cibo a bordo costa all’ente spaziale americano circa 10.000 dollari.
Cifre imponenti, se consideriamo che gli astronauti devono rimanere in orbita per molti mesi, e che avranno bisogno, volenti o nolenti, di qualcosa da mangiare.
La NASA potrebbe aver trovato però la soluzione: lattuga spaziale. No, non coltiveranno Marte, ma prepareranno dei kit che permetteranno di far crescere lattuga romana anche a bordo delle navicelle spaziali.
Annaffiare senza gravità
Come al solito le soluzioni più semplici sono le più eleganti. La NASA ha infatti messo a punto un sistema che utilizza una borraccia con un contagocce, che irrora le piante quanto necessario senza ricorrere a complessi sistemi di irrigazione che dovrebbero combattere, inoltre, la forza di gravità. Li vedete nella foto qui sopra. Belli vero?
E il sole?
Le piante, per crescere, hanno bisogno dei caldi raggi del sole. Farlo in orbita, mentre si è in una navicella spaziale, non è possibile.
Saranno utilizzate delle speciali lampade, molto simili a quelle che vengono utilizzate per certe coltivazioni indoor, che forniranno alle piante quello di cui hanno bisogno per crescere.
Il primo raccolto
Questo kit, che produrrà 6 gustosissimi cespi di lattuga romana, darà i suoi primi risultati in un mese. Beh, certo, non è che gli astronauti potranno mangiare soltanto 6 lattughe, tra l’altro da dividere con gli altri, ma costituiranno comunque un utile supplemento agli altrimenti orribili cibi che devono per forza di cose mangiare mentre sono in missione.
Verdura spaziale: e a noi cosa ce ne importa?
Che la NASA ricerchi metodi naturali ma ultra-sofisticati per far crescere vegetali è un ottimo segno. Dopo gli hamburger bionici, che ci hanno lasciati anche un po’ perplessi, la tecnologia d’avanguardia finalmente si occupa anche di diete sostenibili e rispettose degli altri esseri viventi.
Staremo a vedere come la cosa si ripercuoterà sul nostro pianeta. Aspettatevi, tra qualche anno, kit spaziali per coltivare anche dove, per cause naturali, non è mai stato possibile.