Dotare la propria abitazioni di un impianto fotovoltaico è un’operazione che consente di ridurre notevolmente l’emissione di anidride carbonica, con ripercussioni positive per l’intero ecosistema, e soprattutto permette di risparmiare notevolmente sul costo della bolletta elettrica.
Il mercato del fotovoltaico, oggi, è caratterizzato dalla presenza di numerosi operatori, in grado di garantire un’offerta estremamente valida e differenziata.
L’equilibrio di tale mercato, però, è messo a repentaglio dalla minaccia rappresentata dai pannelli solari provenienti dalla Cina.
Pannelli solari cinesi
Il principale paese produttore di pannelli solari è la Cina. Circa il 60% del mercato fotovoltaico è coperto dalle grandi industrie cinesi operanti nel settore. La Cina, infatti, destina circa il 90% della produzione di pannelli solari all’esportazione, prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti.
I pannelli solari cinesi sono altamente competitivi per quanto riguarda il prezzo, non altrettanto per quanto riguarda la qualità. Essi, infatti, vengono ad essere venduti, normalmente on-line, a prezzi bassissimi tali da tagliare fuori il resto dei produttori.
I prezzi, chiaramente anticoncorrenziali, dei pannelli solari provenienti dalla Cina, hanno finito con rendere necessario l’intervento dell’Unione Europea, al fine di impedire di fatto una situazione di monopolio.
No ai dazi antidumping sui pannelli cinesi
La prima risposta elaborata dalla Commissione Europea, al pericolo rappresentato dai pannelli solari provenienti dalla Cina, era stata quella di imporre su di essi dei dazi antidumping.
Si trattava, in sostanza, di una tassa sull’importazione di prodotti quali collettori solari, celle e materiali semiconduttori, provenienti dalla Cina. Tali dazi, seppur temporanei, avrebbero finito con dare il via ad un aspro scontro, avente ad oggetto importanti interessi economici, tra la Comunità Europea e la Cina.
Ecco perché si è scelto per una soluzione alternativa.
Si ad accordi sui prezzi minimi
La soluzione alternativa ai dazi antidumping è stata individuata nel raggiungimento di un accordo, tra l’UE e la Cina, riguardo ai prezzi minimi. Si tratta di un accordo che coinvolge circa 90 industrie del settore fotovoltaico cinese, che vincolerà sino all’anno 2015 tali industrie ad osservare determinate condizioni.
E’ stato, infatti, determinato un tetto massimo alle esportazioni della Cina verso l’Europa, ravvisato nel limite dei 7 GW di prodotti all’anno, e un prezzo minimo individuato nei 56 centesimi di euro per watt.