Riciclare significa regalare a un prodotto di consumo una seconda occasione di essere usato, vuol dire donare a quello che viene considerato un rifiuto la possibilità di rinascere a nuova vita e, al tempo stesso, il riciclaggio, permette di allungare la vita anche al nostro pianeta.
Tra i materiali di uso comune che hanno un forte impatto sull’ambiente non si può non citare la plastica: molti oggetti di plastica non sono biodegradabili pertanto riutilizzarli è un ottimo modo per ridurre l’inquinamento da essi causato.
Dire plastica, però, significa dire tutto e niente: non tutto ciò che noi siamo abituati a chiamare plastica ha infatti la stessa possibilità di essere riciclato. La raccolta differenziata è quindi di fondamentale importanza ma deve essere fatta con attenzione: prima di gettare un oggetto di plastica nell’apposito contenitore è bene perciò verificare con che tipo di plastica si ha a che fare.
Il triangolo: quando riciclare la plastica è una questione geometrica
Separare la plastica riciclabile da quella non riciclabile può non essere semplice senza un’opportuna guida: fortuna che il triangolino stampato negli oggetti di plastica fornisce informazioni sul polimero con cui quel determinato oggetto è stato realizzato.
Cosa NON si può riciclare
Il triangolino è completato da un numero da 1 a 7: è quel numero a specificare cosa è riciclabile e cosa no. I materiali contrassegnati dal numero 3, 4, 6 e 7 sono generalmente quelli più difficilmente riciclabili: molto dipende anche dal proprio comune di appartenenza ma queste plastiche di solito non sono adatte a essere riciclate.
Un oggetto di plastica può non avere accesso al processo di riciclaggio per diverse ragioni. Talvolta il problema è trovarsi di fronte a plastiche che, per le loro particolari caratteristiche, avrebbero bisogno di processi troppo costosi per essere trasformate e riutilizzate mentre altre volte la difficoltà sta nel separare dalla plastica eventuali residui di prodotto a cui quell’oggetto in plastica faceva da contenitore.
Oltre ai numeri anche le lettere delle sigle danno utili informazioni su ciò che può e ciò che non può essere riciclato: se il vostro oggetto di plastica ha le lettere PP o PS oppure PEAD o magari HDPE o, ancora PEHD o PEBD oppure LDPE allora è meglio resti lontano dal contenitore per gli oggetti riciclabili.
A quali plastiche, invece, si può ridare vita
Il contenitore di quel detersivo che, con i suoi colori, vi ha invogliato a acquistarlo, il flacone, ormai terminato, di quel bagnoschiuma dal profumo così inebriante, la bottiglietta della vostra bevanda preferita: cos’hanno in comune queste tre cose? Tutte e tre, se vi preoccuperete di gettarle nell’apposito contenitore, potranno diventare qualcos’altro anche dopo essere state buttate nella spazzatura.
Tra le plastiche riciclabili rientrano infatti quelle plastiche contrassegnate dal numero 1, 2 e 5 ossia quelle plastiche che hanno come sigle le lettere PVC, PET, PE, PS e che vengono in genere usate per gli imballaggi e come contenitori di svariati prodotti di consumo.