Non è solo l’Italia ad essere a rischio per le nuove trivellazioni, che a causa della crisi stanno spingendo in molti a guardare al portafogli nell’immediato, più che ai delicati equilibri futuri del nostro ecosistema.
Questa volta a finire sul banco delle vittime sacrificali è l’ecosistema delle Canarie, uno dei più variegati e interessanti dell’intero Mediterraneo, minacciato anche lui da una crisi che vuole saziare la sua pancia, ormai vuota, di petrolio e di inquinantissime trivellazioni.
Un dramma ecologico di proporzioni bibliche, con le trivelle che operano già da diversi mesi e che hanno già causato non poche preoccupazioni a due isole che dipendono dalla desalinizzazione dell’acqua sulla quale vanno proprio ad incidere le trivelle in questione.
In caso di versamento, ecosistema annientato in pochi minuti
Le trivelle hanno raggiunto distanze davvero minime dalle coste delle due isole, motivo per il quale l’allarme degli ecologisti si è fanno sempre più insistente.
in caso di versamento di sostanze nell’area delle trivellazioni, il petrolio potrebbe raggiungere la costa delle due isole in pochissimi minuti, compromettendo per secoli l’equilibrio complicato dell’ecosistema che si è sviluppato nelle coste delle due isole e costringendo il governo spagnolo a costosissime operazioni di bonifica, che renderebbero tra le altre cose inutile il magro guadagno economico garantito oggi dalle trivellazioni.
Una situazione che dovrebbe essere d’esempio per un’Italia che, a causa della crisi, si sta facendo sempre più miope proprio su questa questione, ignorando i pessimi esempi che arrivano non solo più dagli USA, ma anche da paesi vicini come la Spagna.
L’attività senza studio
Gli studi che furono richiesti per far cominciare le attività di trivellazione non sono in realtà mai arrivati e nonostante questa gravissima mancanza il governo neo-lib di Reyes ha dato il via libera all’apertura delle operazioni di trivellazione, nella speranza che non si verifichi quello che per molti è un autentico disastro annunciato.
Disastro che avverrebbe a pochissimi chilometri da quel mare che fornisce il sostentamento a metà della popolazione europea, popolazione che nei casi più lungimiranti, e purtroppo lontani dal mediterraneo (vedi Olanda e Germania) ha già deciso di spostarsi decisamente sul binario delle energie rinnovabili, abbandonando per impercorribilità ambientale le fonti fossili oggetto delle trivellazioni nelle Canarie.
Un sud Europa che non sembra voler mai imparare da realtà ecologicamente ed economicamente più sviluppate come quelle del Nord Europa. Il tutto nella speranza che non sia una catastrofe a svegliare le coscienze di tutti.